Ultima modifica: 27 Gennaio 2017

Minecraft: i videogames nella didattica

Progetto di avvicinamento al pensiero computazionale

“Tutti noi in quanto essere umani siamo nati per imparare. Sin dai primi giorni di vita è il gioco a guidare i nostri processi di apprendimento. Eppure arriva un momento in cui il gioco smette di essere uno strumento anche pedagogico, e questo momento è l’inizio della nostra carriera scolastica. Perchè non provare a dare una continuità ad un abbinamento innato tra gioco e apprendimento?

I dati e le osservazioni sul campo ci restituiscono un quadro con le nuove generazioni sempre meno interessate e motivate nella formazione in classe, da un lato e,  dall’altro, milioni di individui appartenenti alle Generazioni Millenials e Touch che hanno fatto dei video-giochi la primaria forma di intrattenimento. Quegli stessi ragazzi che prendono cattivi voti, note di merito e destinati, secondo le istituzioni, a carriere non eccelse li ritroviamo a compiere azioni straordinarie nei mondi virtuali: sprigionano creatività in Minecraft, gestiscono obiettivi a breve e lungo periodo in World of Warcraft, superano livelli con facilità nei casual games.
La scuola dovrebbe integrare gli strumenti della modernità per parlare il linguaggio dei propri studenti, avvicinare insegnanti ed alunni e rendere l’apprendimento maggiormente interattivo, personalizzato, gratificante tanto nel lungo quanto nel breve periodo”.

Alla secondaria di I grado di Bregnano è partito un progetto per avvicinare i ragazzi al pensiero computazionale attraverso i più popolari videogames del momento.

Nella prima fase dell’attività sono stati coinvolti anche i genitori: un alunno della classe V della primaria doveva compiere una “missione” utilizzando il coding (linguaggio di programmazione), nello spazio di un’ora, con l’aiuto di un genitore.

Perchè il Coding? Come si realizza un’idea? Come si passa dall’intuizione alla soluzione di un problema?
Il pensiero computazionale è proprio questo, la capacità di elaborare procedimenti costruttivi a supporto della fantasia e della creatività. Il Coding permette di sviluppare il pensiero computazionale in modo coinvolgente e intuitivo a qualsiasi età. Non si parla di tecnologia, ma di pensiero. Il Coding non è una disciplina, ma una pratica che può essere applicata in ogni ambito.
Obiettivo della Settimana del coding è invitare gli insegnanti ad introdurre il coding in classe, subito, senza prerequisiti, e con qualsiasi mezzo.

Gli ambiti di ricerca che analizzano le possibili integrazioni fra tecnologie e didattica possono svilupparsi su diverse direttrici; una di queste studia una finalizzazione della didattica all’introduzione delle stesse tecnologie, in particolare quelle informatiche, per sviluppare e potenziare il pensiero computazionale che, a sua volta, implica l’astrazione di procedimenti in modelli, il pensiero ricorsivo, l’utilizzare ragionamenti euristici per la soluzione di problemi, l’affrontare situazioni di incertezza, il cercare una buona strategia per vincere in un gioco, il saper raccogliere e gestire i dati ai fini di calcoli. Un uso, spesso superficiale, delle tecnologie ha contribuito ad allontanare sempre più gli studenti da proficue modalità di apprendimento derivanti da costruzioni fondate sul metodo informatico, in particolare sul programming (coding) nella logica del computational thinking.

Il sito www.code.org contiene diversi giochi interattivi che possono guidare gli studenti di tutte le età a comprendere il funzionamento del Pensiero Computazionale, il modo in cui “ragionano” i computer ed i robot da essi controllati.